Dalla parola al movimento, il Pilates nella quotidianità
Era già da qualche tempo che volevo scrivere questa considerazione, argomento a cui sono estremamente sensibile e, a mio avviso, parte integrante del metodo.
Caso (o Covid) ha voluto che sia estremamente attuale e mi auguro che possa diventare un focus stimolante per il quotidiano di coloro che praticano il Pilates.
Non so se avete notato come, da qualche settimana a questa parte, i social abbiano assunto più la parvenza di un mercato rionale, dove chi strilla più forte riesce a vendere di più. La comunicazione, già dubbia prima del coronavirus, ha assunto toni sempre più accesi e polemici che non portano da nessuna parte.
Non parlo del dilagare di ogni tipo di corso o lezione on-line. Buona, anzi ottima, l’intenzione di entrare virtualmente nelle case degli italiani, ma con un minimo di buon senso…
Il tocco dell’insegnante e la consapevolezza dell’allievo
Chi frequenta uno studio di Pilates tradizionale sa perfettamente la differenza che può fare il “tocco” dell’insegnante, ovvero le correzioni manuali. Nel nostro metodo si imparano fin dalla scuola di formazione e si continuano a studiare per tutta la vita, osservando come lavorano i colleghi e i formatori a livello mondiale.
Parallelamente a questo non dobbiamo dimenticare che stiamo imparando l’arte del controllo, che non significa solamente la perfetta esecuzione di un esercizio, ma anche e soprattutto la consapevolezza del proprio corpo.
Questo processo inizia quando impariamo a non dipendere in tutto e per tutto dall’insegnante e iniziamo a sviluppare un minimo di autonomia.
Imparare ad ascoltarsi
Dico sempre che la lezione di Pilates non finisce dopo 55 minuti, ma deve proseguire per l’intera giornata e nella quotidianità. Come? Basta ascoltarsi un po’ di più.
È soltanto attraverso la percezione del nostro corpo che riusciamo a cogliere gli “errori” che facciamo durante la giornata, assumendo posture sbagliate o mettendo tensione in alcune parti del corpo durante il lavoro e le attività quotidiane.
Questo processo di apprendimento è un passaggio fondamentale per ciascun allievo, poiché si impara a percepire una postura sbagliata e a modificarla, per poi alla fine portarla nel quotidiano.
Inizialmente sotto la supervisione dell’insegnante, via via che si diventa più esperti si è in grado di farlo in autonomia fino a quando diventa automatico. Purtroppo alcuni allievi, forse per paura o semplicemente per pigrizia, restano legati a questo cordone ombelicale immaginario e si precludono così la possibilità di migliorare. Non solo tecnicamente, ma anche nella vita di tutti i giorni.
E invece, con un po’ di consapevolezza in più e tanta fantasia, si può trasformare davvero il quotidiano in una sessione di workout.
Pilates nella quotidianità
Semplici oggetti di uso comune come una sedia possono diventare utili strumenti per fare esercizio!
Il solo stare seduti in maniera corretta mentre si lavora al PC può prevenire dei danni. Esempi di utilizzo del corpo su cui portare l’attenzione ce ne sono tantissimi: mentre facciamo le pulizie, carichiamo lavatrice o lavastoviglie, stiriamo, ci asciughiamo i capelli e chi più ne ha più ne metta.
Tu quanto presti attenzione ai movimenti che fai mentre svolgi queste e altre attività di tutti i giorni?
Ti invito a provare ad utilizzare davvero il Pilates nel quotidiano, a partire dal… Respirare nella maniera corretta.
In mezzo a questa ridondante cacofonia di voci a volte è meglio tacere e ascoltare l’unica a cui non badiamo mai: la nostra.
Se davvero lo farai e riuscirai ad inserire il pilates nella quotidianità, ti assicuro che sarai più in forma di prima, quando ci ritroveremo in studio. Potrai trarre inoltre maggiori benefici dalla lezione, perché questa consapevolezza produrrà dei cambiamenti che resteranno nel tempo.
[Valentina]